Archivio mensile:luglio 2012

Rileggendo propone “ToriNoir” una godibile raccolta di racconti sullo sfondo di una magica città: Torino!

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Dardano Sacchetti uno che di Noir se ne intende tanto che all’inizio della sua carriera ha aiutato Dario Argento in uno dei film cult del noir italiano “Il gatto a Nove Code” nella prefazione alla raccolta di racconti intitolata “ToriNoir” edita dalla coraggiosa casa editrice ” Il Foglio” dell’amico Gordiano Lupi ha dato il consiglio di leggere e ” … assaporare lentamente, magari a Torino, magari nel cuore della notte, seduti su una panchina al Valentino, dopo aver percorso via Roma inseguito dall’eco lontana dei propri passi….”. Un consiglio ottimo perchè gli otto scrittori che si sono cimentati in altrettanti godibili racconti hanno saputo dare quel pathos necessario e trasformare Torino nello sfondo ideale per le loro storie. Direte c’è ne era bisogno di un altro libro che raccontasse Torino al Nero? Forse la vostra obiezione è lecita ma è qui che il lettore titubante e avvezzo alla letteratura gialla può cadere in errore. Torino è città che ha avuto, ha e avrà sempre quel carattere che le concede da oltre un secolo di essere il terreno ideale e stimolante per questo genere letterario. Un genere che in questa città si intreccia anche con la sua realtà sociale composita fatta di classe operaia, borghesia, aristocrazia e una forte presenza intellettuale. Realtà che hanno sempre anticipato gli eventi sociali e politici anzi ne sono stati precursori per il resto d’Italia. Un giallo o un noir a Torino non può quindi estraniarsi dalla sua realtà reale, concreta. Così hanno sempre pensato i due padri del giallo all’italiana Fruttero e Lucentini. Leggete o rileggete “La donna della domenica” e poi avrete la voglia di andare per la città a ritrovare i luoghi dove la storia si è sviluppata. E’ quindi un piacere rinnovare la possibilità di sperimentare ciò all’interno di “ToriNoir”. Storie che hanno protagonisti uomini frustrati , giovani soli ed emarginati come quelle di Massimo Di Fancesco in “Nessuno al Mondo” e del monologo a due voci “Come Rugiada” di Luca Pizzolitto. L’emarginazione si ritrova anche nella vicenda di “Chi siamo noi e dove andiamo noi” e del suo protagonista l’avvocato Alfredo Castelli di Fabio Beccaccini dove l’apparenza del testo alla fine si scontra con un altrettanta sconvolgente realtà. Fa forse il verso al “Codice da Vinci” il racconto “L’iceberg” di Alberto Castellaro ma certo è avvincente quanto triste la storia del professor Minetti e della sua ricerca attorno a strani segni sul sacro lino della Sindone. Ad Andrea Malabaila con ” Banana Meccanica” vogliamo bene per il personaggio di Jacopo De Mei, scrittore noir, che scrive un romanzo di successo autobiografico fin troppo autobiografico. Crudo realismo nella storia di “Annegata del Po” di Fabio Marangoni e della vicenda dell’attore Filippo Martella in “Così vanno le cose” di Diego Serra. Non c’è ne vogliano però questi sette autori se per noi il “Mezzasega” di Corrado Farina ci ha talmente preso che alla fine della sua lettura siamo corsi in Largo Vittorio Emanuele II e girato intorno al monumento per trovare una certa porticina chiave della storia durata 50 anni di un misterioso omicidio ai danni di un gerarca fascista. Qui Torino ha avuto il suo acuto più grande qui la città misteriosa ci ha concesso un altro colpo di teatro indimenticabile. Dario De Vecchis

“ToriNoir”, edizioni “Il Foglio”; pag.162 , euro 12,00 lo si può acquistare ordinandolo ai siti http://www.ilfoglioletterario.it e http://www.ibs.it

Rileggendo la rubrica settimanale del Circolo letture Corsare di Borgaro propone : “Questa Storia” la meravigliosa vita di Ultimo Parri di Alessandro Baricco

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Questa settimana vogliamo parlare di Ultimo Parri protagonista di “Questa Storia” libro di Alessandro Baricco edito nel 2005 dalla Fandango. Un romanzo che va assaporato con lentezza perché ci regala nella scrittura il Baricco che abbiamo amato in Oceano Mare, Seta, Castelli di Rabbia. Ci ha particolarmente attratto lo schema della storia del romanzo. La vita dell’uomo schematizzata nei suoi momenti salienti: i genitori, il conte, i motori e la morte. Già la morte: Caporetto e la morte in trincea; Elizaveta, l’America e la morte di un amore; Sinnington e la morte.della diversità; le Mille Miglia e la morte in auto, l’amore improvviso e la sua morte, la speranza nella gioventù e nella bellezza; l’Epilogo, la morte nella realizzazione del sogno di tutta una vita. In tutti i pezzi che compongono il racconto si muore con un sogno, un progetto costruito, ma che può rimanere se si mantiene nella memoria e nel caso di Ultimo sarà una pista,. La struttura letteraria del romanzo appagherà il lettore. Baricco ha usato diverse forme per raccontare questa storia: è partito dalla ricerca della cronaca storica attraverso l’articolo e quindi la scrittura giornalistica, è passato al romanzo vero e proprio, poi ha usato la forma diaristica, la memorialistica , si è cimentato nell’io narrante e poi è ritornato al romanzo. E’ stato Baricco molto abile perchè ha usato nello scrivere le sue “armi” più congenialie e qui ha preso all’amo il lettore con questa “eccitante” novità di lettura. Ha tratteggiato con finezza i personaggi. Le donne al di là dei costumi o appetiti sessual, in particolare Elizaveta, sono “forti” sanno quello che vogliono e sono alla fine i personaggi positivi del romanzo. Gli uomini sono afflitti dai loro sogni combattono perchè vogliono realizzare e qui perdono ahimè perdono perchè questo è il cuore del mondo ma un cuore malato di nostalgia che non vince ma DEVE essere rispettato. Avete capito che abbiamo apprezzato questo romanzo, sicuramente per chi vi scrive l’ultimo apprezzato, a voi la scelta di leggerlo e fate attenzione allo scherzo che Baricco ha inventato infatti il lettore nell’acquistarlo può scegliere anche la copertina visto che quattro sono quelle proposte… Buona lettura ! Dario De Vecchis

Alessandro Baricco , “Questa Storia”, Fandango Libri, pagg.283 15,00 euro

Stile Lib(e)ro 2012: Doppio appuntamento il 19 luglio le Montagne di Periotto gli Italiens di Pandiani!

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Il Doppio appuntamento di giovedì 19 luglio a Stile Lib(e)ro 2012 ha confermato la capacità di questa rassegna culturale di stupire per la sua creatività. E’ ritornato quel “filo rosso” che ha coinvolto le tre prime iniziative anche in questo caso. Un filo rosso composto da due bravi anzi ottimi autori: Marino Periotto ed Enrico Pandiani. Anche se distanti fra di loro per le esperienze vissute hanno tutti e due ammaliato con i loro interventi. Certo uno ha parlato di montagna anzi delle nostre montagne quelle delle Valli di Lanzo, l’altro ha proposto una certo genere di noir ma il loro collante è stata in questo caso la Seconda guerra mondiale, la Francia, gli italiani, le armi, i personaggi, la fatica, il pubblico presente in maggioranza
femminile…Periotto durante l’incontro pomeridiano presentando il libro “Resti di Storia” si è svelato e ne abbiamo apprezzato la cura dei dettagli delle sue ricerche, delle sue escursioni nelle nostrane montagne ma anche nei rilievi ben più impegnativi (anche se tutti i rilievi sono impegnativi ha sostenuto), la ricerca storica, la documentazione in suo possesso, ma anche la sua volontà di amare i territori che attraversa, possiamo scrivere che “solca” anche se questo è più termine da marinai che da montanari! Con molta accortezza ha risposto alle nostre domande e ha mostrato con delle foto bellissime, portate durante l’incontro, quanto può essere compresa la montagna e difesa anche con minimi ma apprezzabili sforzi. Così come ha risposto alle domande sul come scalare pendii e sentieri visto che fa parte del Soccorso Alpino e in questo caso non è mancata la riflessione sui recenti incidenti mortali sul Monte Bianco. Un nuovo appuntamento con Marino Periotto è stato programmato molto presto, anzi ci ha fatto piacere che ha fine incontro ci ha salutati invitandoci in quel di Viù per una escursione tra i ruderi militari da lui studiati con cura certosina. Una cura certosina che è propria di Enrico Pandiani, grafico editoriale con la passione delle storie noir, che si diverte a scrivere trame, nelle quali sono protagonisti dei poliziotti francesi di origine italiana come lì ha lui chiamati “Les italiens”, titolo del suo debutto editoriale con la casa editrice Instar una manciata di anni fa. Si è divertito anche Andrea Borla ha porgli le domande sul libro che è stato presentato “Pessime scuse per un massacro” editor da Rizzoli, lo abbiamo capito fin dal primo momento e ci ha fatto sorridere l’ironia di Andrea nella quale Pandiani si è subito sapientemente adagiato e adattato. Qualche tempo fa in una intervista concessa a Repubblica per le pagine di Torino Pandiani ha detto “Come autore, non ho inventato nulla: mi sono limitato a lucidare un vecchio binario arrugginito”. Sarà ma degli autori torinesi fin qui proposti dal Circolo Letture Corsare Pandiani è emerso con grande forza . Ci ha dato l’impressione che non è scrittore che ha percorso o battuto ingredienti obbligati (studi classici, sperimentazioni, buone conoscenze editoriali ) ma lo sa fare con destrezza anzi artigiana destrezza. Scrive da quando era piccolo anzi più che scrivere il pallino iniziale è stato disegnare fumetti. Poi la bulimia letteraria ha preso il sopravvento e meno male pensiamo ed ecco arrivato “Les italiens” e il commissario Mordenti (leggetelo in italiano come ha ricordato Borla, ci piace ricordarli che “gli girano un po le palle” come canta Paolo Conte) e poi tutte le altre storie fin qui pubblicate ma come ha ricordato Borla il romanzo della serata era ormai il penultimo visto che è in stampa il quinto …Opss forse colpa del passato prossimo tempo con il quale lo scrittore scrive i suoi romanzi, poi durante la serata si scopre che Pandiani ne ha pubblicato un altro non commercializzato ma richiesto da una nota azienda produttrice di grappe. Un romanzo al profumo di grappa buono per una storia tutta italiana con una poliziotta molto tenace e col nome di una bella città al di là dell’Adriatico:Zara… Poi tanti pensieri, situazioni che hanno appassionato il pubblico anche per le letture proposte da Diego Garzino, un lettore che il Circolo Letture Corsare ha adottato per i prossimi appuntamenti di Stile Lib(e)ro 2012 e non solo.A Pandiani la serata è piaciuta e a noi pure, Borla ha confermato di proporre sempre bravissimi scrittori…Glii aerei volavano basso pure le zanzare ma l’ amore per la scrittura e la lettura ha vinto mentre le ombre della notte sono calate su una splendida giornata…Qui ci vorrebbe un bel sax che suona un buon pezzo di jazz ma sarà per la prossima volta… Dario De Vecchis

Stile Li(e)ro 2021 il 19 Luglio ore 18.30 a Borgaro in piscina con Periotto e i suoi “Resti di Storia” un viaggio nelle nostre Montagne!!

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Tra i sentieri delle Valli di Lanzo nella area di Malciussia. Conosciamo in parte questi sentieri ma poco quelli che sono descritti nel pregevole libro “Resti di Storia” di Marino Periotto che viene presentato dall’autore domani giovedì 19 a Borgaro in piscina comunale nell’ambito dell’iniziativa Stile Lib(e)ro 2012 organizzata dal Circolo Letture Corsare e dalla Uisp River Borgaro. Un libro scritto con grande passione da Periotto, borgarese, giornalista e fotografo freelance, studioso di storia locale. Lo studioso da anni cammina per quei sentieri dove ha riscoperto una ricca serie di costruzioni militari descritte nel libro. Quelle creste e cime ricorda Periotto “ permettono di scoprire e conoscere, sotto un’altra luce, non solo escursionistica, i luoghi di questa bella località montana”. Dei 4 sentieri descritti nel libro ricordiamo l’anello del Malciaussia. Dal lago di Malciussia come ricorda Periotto nel libro si segue la strada che costeggia il lago toccando le case di Pietramorta. Si scende nel vallone a monte del lago attraversando il torrente su un ponticello in cemento. Si prende a sx per una mulattiera militare verso il Lago Nero che si raggiunge dopo circa un ora e dove sono presenti resti di casermette. Da qui si prosegue su un sentiero tracciato tenendo il lago alla propria dx fino ad inoltrarsi in un bosco di ontani. Seguendo la traccia si perviene nel vallone delle Coupe con l’evidente colle che fa da spartiacque tra la Valle di Viù e la Valle di Susa. Con numerose svolte si giunge al colle a quota 2345 m. e da dove si può osservare una altra costruzione militare. Dal Colle, nei pressi di vasche di cemento si va ad ovest per un costone erboso lungo un sentiero, parte in cresta e parte sul versante valsusino, dopo un ora si raggiungere il colle della Croce di Ferro a quota 2558m.. Sotto il Colle è presente un’altra costruzione militare adibita a rifugio, bell’esempio di riqualificazione edilizia. Il ricovero è dedicato ad Aurelio Ravetto. Dal Colle si scende per la bella mulattiera, in alcuni tratta rovinata, esempio classico di ingegneria militare, fino a raggiungere nuovamente il bivio per il lago Nero e per il lago di Malciussia.. Una escursione da non perdere grazie ai preziosi suggerimenti di Marino Periotto che certamente domani pomeriggio ci ammalierà con la descrizione di altri interessanti sentieri. Dario De Vecchis

Rileggendo questa settimana propone : Erri De Luca che si racconta con grande saggezza nel “Il contrario di Uno” .

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Il numero Due è il contrario di Uno. Il Due è senza dubbio la negazione della solitudine, la scoperta di una alleanza possibile. Non può però essere superata questa alleanza, non si può andare a Tre perchè questo pregiudica già un intervento più corposo che sfocia nel dibattito, nello scontro e nella possibile negazione dell’alleanza possibile. Al numero Due Erri De Luca, scrittore napolentano, che amiamo leggere, stupendo il suo ultimo libro “Il torto del soldato”, non perdetelo vi farà molto riflettere. Un lavoro che è strutturato per racconti, 18 racconti autobiografici. C’è in quest’opera da parte di De Luca la voglia di raccontarsi, di svelarsi al lettore. Questa voglia si esprime in una scrittura asciutta ma nello stesso tempo fremente, piena di calore e corposa come è stata fino ad oggi la vita di un uomo che da operaio a Bagnoli e arrivato ad essere membro della giurie internazionali di prestigiosi premi letterari e cinematografici. “Queste storie – spiega lo scrittore intervistato a suo tempo – le ho ” ramazzate” perchè sono tenute insieme dalla nostalgia dell’essere in due, un’avventura che mi è capitata spesso e che, perlomeno in questi racconti, ha lasciato traccia scritta.” Quello che ci ha affascinato in questi racconti sono le esperienze plurime che vi si raccontano: i genitori, la guerra, le lotte politiche, la montagna e l’amore. Vince e ne siamo contenti la Memoria e il valore che vi è di questa. Vince la voglia di trasformarsi, di cambiarsi , di non stare mai fermi, di costruire nuove esperienze. Abbiamo letto con incanto i racconti di montagna perchè sentiti propri e percorsi da sensazioni identiche e da noi provate quando iniziamo un sentiero e con costanza ci avviciniamo alla vetta. La solitudine di quei momenti è ben descritta e ci avvolge ma fa crescere la voglia al ritorno, all’abbraccio e al rivedere il proprio amore, il nostro Due determinante per l’avventura della propria vita. Dario De Vecchis

Erri De Luca “Il contrario di uno” , Feltrinelli , pagg.120 , euro 11,5

Stile Libero 2012 in piscina a Borgaro il 19 luglio ore 21 Enrico Pandiani con “Pessime scuse per un massacro”. Intervista ad Andrea Borla che presenta il libro.

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Proporre un romanzo Noir per Andrea Borla non è rituale anche se molte volte gli abbiamo ricordato che dalla sua penna sono usciti buoni testi per questo intramontabile genere letterario. Nell’attesa di un nuovo prodotto di Andrea gli chiediamo qual è stata la molla che gli ha fatto proporre per la rassegna Stile Lib(e)ro 2012 questo romanzo? “ Il commissario Jean-Pierre Mordenti non fosse il classico eroe da romanzo noir e, meno che mai da romanzo d’avventura, l’avevamo ben compreso nei precedenti capitoli della saga edita dalla torinese Instar Libri che Enrico Pandiani ha dedicato a lui e al suo gruppo di sbirri francesi di origine italiana. Con “Pessime scuse per un massacro” Pandiani approda a Rizzoli mentre il suo personaggio approda a Fontainebleu per un’indagine sulla morte di un senatore, stroncato da una raffica di mitra.
Anche questa volta il commissario fa le cose a modo suo, con la solita aria deconcentrata e di mal sopportazione che lo
contraddistingue, quella da “randagio che cerca di farsi un pedigree” e che lo spinge, come se fosse del tutto normale, ad allontanarsi se si sta (parole sue) “rompendo le palle” mentre interroga un testimone. D’altronde è così che Mordenti ha sempre condotto le indagini, con l’attitudine di chi ha la testa da un’altra parte e sta semplicemente aspettando che ogni pezzo vada a incastrarsi da solo nel posto giusto”.
Perché allora leggere questo nuovo capitolo della saga creata da Pandiani ? E quali sono gli spunti che ci indica la lettura dei suoi romanzi? “In un panorama letterario che sempre più si appiattisce nell’omologazione a certi canoni narrativi e di linguaggio, Pandiani ha indubbiamente trovato una strada a sé su cui si muove con disinvoltura, fatta di ironia, azione, considerazioni argute, vicende che si intrecciano e si sovrappongono senza forzature di sorta. Il ritmo di “Pessime scuse” è serrato: seppure molto “francese” nell’ambientazione, il romanzo non sembra aver fortunatamente assorbito il lento incedere delle storie d’Oltralpe. D’altro canto l’autore non si lascia nemmeno contagiare dalla bulimia tutta americana che costringe, in poche pagine, a stipare forsennate serie di avvenimenti buoni soltanto per frastornare il lettore. In “Pessime scuse” la misura è dosata con sapienza, in un equilibrio che diverte e attira rendendo coinvolgente lo sviluppo della storia”.
Per ultimo chiediamo ad Andrea quali sono i
motivi per apprezzare la narrazione di questo ultimo romanzo di Pandiani che per protagonista il commissario Moedenti “La narrazione, consegnata ai pensieri del protagonista, procede al passato prossimo e contribuisce a creare una rappresentazione decisamente realistica dell’impossibilità che l’uomo ha di percepire ciò che sta accadendo se non immediatamente dopo che è accaduto, quando già il presente è scivolato nel passato. L’immediatezza è, quantomeno, alle nostre spalle, perché nonostante gli sforzi, non possiamo afferrare l’attimo che passa se non quando è già passato”.
Tracciamo ora un ritratto di
Enrico Pandiani. Torinese classe 1956. Ha iniziato a scrivere e disegnare storie a fumetti pubblicate sulle riviste il Mago e Orient Express. Abbandona poi la strada dei fumetti e intraprende la sua attuale attività di grafico editoriale collaborando con il quotidiano La Stampa. Nel 2009 attratto dal genere poliziesco esordisce con il primo romanzo : Les Italiens, un gruppo di poliziotti francesi di origini italiani guidati dal commissario Mordenti. Ottiene un buon successo di critica e nel 2010 rilancia con il secondo romanzo della serie: Troppo Piombo. Lo scorso anno il suo terzo romanzo Lezioni di tenebra che vede come protagonista Mordenti e infine quest’anno a gennaio arriva dopo i primi tre romanzi pubblicati per la Instar il quarto edito da Rizzoli dal titolo “Pessime scuse per un massacro” . Al centro della storia sempre Mordenti e un Luger P08 Parabellum un mito in fatto di pistole!

Doppio appuntamento il 19 Luglio a Borgaro in piscina con Periotto e Pandiani!

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Doppio appuntamento con la letteratura per Stile Lib(e)ro 2012 giovedì 19 presso la Piscina comunale di Borgaro T.se. Il primo appuntamento come già definito è con Marino Periotto e il suo libro “Resti di Storia” alle 18.30 Il libro di Periotto propone piacevoli escursioni adatte a qualsiasi tipologia di difficoltà alpinistica nel Vallone di Maciussia nelle Valli di Lanzo. Per la sua posizione strategica ai confini tra Italia e Francia offre anche la possibilità di poter visitare i resti delle linee difensive italiani. Questi ruderi sono una ghiotta possibilità per gli appassionati di storia militare ma non solo di poter vedere e toccare con mano questi manufatti che sono ancora un indelebile ricordo delle vicende belliche passate nel nostro territorio. Un interessante presentazione che potrebbe far scattare nel prossimo futuro nuove iniziative d’incontri a tema sui sentieri delle nostre montagne. Altro scenario invece il secondo incontro quello con lo scrittore Enrico Pandiani e il suo ultimo libro “Pessime scuse per un massacro” edito dalla Rizzoli che si tiene alle ore 21.00. Il libro verrà presentato dall’autore pungolato dalle domande di Andrea Borla scrittore e tra gli animatori del Circolo Letture Corsare . Come ricorda lo stesso Borla “Il ritmo di “Pessime scuse” è serrato: seppure molto “francese” nell’ambientazione, il romanzo non sembra aver fortunatamente assorbito il lento incedere delle storie d’Oltralpe. D’altro canto l’autore non si lascia nemmeno contagiare dalla bulimia tutta americana che costringe, in poche pagine, a stipare forsennate serie di avvenimenti buoni soltanto per frastornare il lettore. In “Pessime scuse” la misura è dosata con sapienza, in un equilibrio che diverte e attira rendendo coinvolgente lo sviluppo della storia”. Un appuntamento da non mancare! Dario De Vecchis

Rileggendo propone questa settimana: ” Memoria delle mie Puttane tristi” il Grande Gabo!

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Il libro che proponiamo questa settimana può apparire nel suo titolo provocatorio “Memoria delle mie puttane tristi” ma è un godibile romanzo di uno dei nostri miti letterari: il grande premio Nobel “Gabo” al secolo Gabriel Garcia Marquez. E’ stato senza dubbio un ritorno alla narrativa atteso da tanti anni dai lettori. Si racconta nel romanzo di un giornalista e professore alla soglia dei novant’anni anzi nel suo giorno di compleanno che decide di regalarsi una giovane vergine con cui passare la notte, rivolgendosi alla direttrice di un bordello ove ha passato gran parte della sua vita. Una decisione che nella sua lettura non si digerisce facilmente come lettore, molti sono stati i dubbi e i sentimenti controversi rispetto alla scelta del protagonista che ci siamo posti. Una scelta che porterà l’uomo a riflettere sulla vecchiaia, sulla vita passata in un rigore ozioso che gli ha impedito di conoscere i fasti dell’amore uniti a regolare matrimonio. Il protagonista “gode” nell’assistere alla veglia di una nina, una ragazzina quattordicenne. Da questo incontro, che non viene consumato sessualmente, il protagonista inizia a riflettere sulla sua vita, a raccontare al lettore le storie delle sue donne e del suo vivere senza un amore. Il romanzo alterna alla narrazione delle avventure di questo scrittore, l’amara riflessione sulla morte che il protagonista sente sempre più vicino a se. Una morte che viene evocata, temuta e allontanata aggrappandosi fortemente alla gioia di vivere di un’adolescente, una morte che arriverà solamente alla soglia dei cent’anni. Provocatorio ma magico come sempre Marquez in “Memoria delle mie puttane tristi” ci lascia un sapore agro dolce, una visione struggente della vecchiaia, ma nello stesso tempo gioiosa perchè il protagonista scopre il vero amore in età avanzata…E tutto questo può piacere o no profuma di Caraibi, della vita con lentezza ma goduta fino in fondo. Dario De Vecchis

Gabriel Garzya Marquez “Memoria delle mie puttane tristi”, Mondadori , pagg.141 , 14,00 euro

Stile Lib(e)ro 2012 “Animanga” W la Generazione “Goldrake” !

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Magica serata con un cielo alle spalle carico di nubi, pioggia, fulmini e saette…Un cielo ideale per certe ambientazioni di racconti, cartoons e film di produzione giapponese. Ti vengono in mente certi quadri, arazzi, tappeti che hai visto e rivisto al MAO a Torino poi invece ti ridesti e capisci di essere a Borgaro ai bordi della piscina comunale, con gli ombrelloni aperti dell’Algida che coprono la strumentazione ma insieme a trentenni che amano i fumetti del Sol Levante, ne assaporano i disegni, ricavano idee, si spingono a capirne la filosofia, i messaggi e fanno una operazione che ti piace quella della “Condivisione”. Si condividono questa loro passione ma non la circoscrivono a una pura passione personale pensano e si adoperano per portare il messaggio che scaturisce dai fumetti giapponesi, da una cultura che può apparire lontana da noi, ma come direbbe l’amico scrittore Gian Luca Favetto che in Giappone c’è stato, “ ad un Ovest c’è sempre un Est che diventa a sua volta Ovest per ritornare ad un Est” . La passione di questi trentenni è anche un messaggio generazionale che costruisce momenti, incontri, pubblica libri e saggi, compone musica. Un bel Messaggio! Queste alcune sensazioni che ricevo io cinquantenne all’ inizio della serata di Stile Lib(e)ro 2012 e che ha visto protagonisti il 5 luglio Giorgio Mazzola, Alessandro DelGaudio e Davide Tarò. Non a caso ho scritto cinquantenne, per la mia generazione i fumetti sono quelli che hanno segnato gli anni ’60 e ’70 :l’intramontabile Topolino e il suo clan, Tex, Diabolik, Kriminal ma anche Capitan Miki, Guerra d’Eroi, Cocco Bill, Tiramolla e la produzione del Corriere dei Piccoli con il mitico Michel Vaillant e Valentina Melaverde per poi arrivare a Valentina di Crepax, Linus (il fumetto ma anche il giornale), Manara e il mito…Corto Maltese di Hugo Pratt. Poi ti accorgi che quando eri diciottenne nascevano Giorgio, Alessandro e Davide e quei fumetti che tu consideravi allora con supponenza di scarto e magari irridevi facendo il verso con i tuoi amici “Zoooottt ….Alabarda spaziale” sono stati per altri giovani di tre lustri lontani da te veri e propri Cult! Lo hanno dimostrato Davide Tarò con la lettura di brani del suo libro “Emina Orfani Robot” accompagnato dal vivo dalle belle musiche degli OverCast con Giorgio Mazzola, Maurizio Neirotti e Dario Ravetto. Il romanzo come ha ricordato Tarò, che indossava una maschera durante la performance “ è un romanzo che racconta l’incontro tra la “generazione Goldrake” e quella “da 1000 euro al mese”. Già Emina è la storia di uno scontro generazionale, dell’ultima battaglia per la difesa dei propri diritti ma poi penso ogni nuova generazione ha questo impegno, quasi un dovere essere una generazione che rompe gli schemi che lotta con azioni di rottura . Un romanzo postmoderno in cui si descrive una generazione cresciuta a pane e cartoni animati giapponesi, come ha ricordato Alessandro Del Gaudio, al quale dobbiamo questa splendida serata e che ha duettato con Massimo Soumarè. Massimo il Giappone l’ha visto Alessandro no ma che fa, che cambia lì senti parlare e sei dentro il Giappone e ricordano “i giapponesi ambientano i loro fumetti nel loro paese mentre noi italiani no!!!”. Già i giapponesi non solo fanno questo come sottolinea Giorgio Mazzola autore del “Il Filo Rosso della violenza” presentato con grande acume da Laura Urbani (arguta e ficcante ) ma risaltano anche i loro concetti di vita e morte “rispetto ad una concezione di fine della vita tuta nostra orientale loro contrappongono una concezione di morte che è finalizzata ad un ideale”. Già la bella morte rifletto, quella che mi fa ritornare in mente i kamikaze ma anche quel mitico film “L’Arpa Birmana”. Già perché come sottolineano questi giovani autori i giapponesi sanno riflettere, mettersi a nudo, interpretare e anticipare…Poi tutto si spegne la piscina è al buio, il temporale avanza si va avanti con il dibattito nel bar al coperto ancora per un quarto d’ora ma ci piacerebbe andare avanti per ore…Con i manga, il Giappone e il confronto tra generazioni. Perché se una filo rosso questa serata lo ha continuato a tessere con le due precedenti incontri di Stile Libero 2012 quelli con Guerrino Babbini e le donne operaie degli anni ’50 e Monica Seksich la generazione post punk anni ’80 è stato proprio questo confronto generazionale con la bellezza e l’orgoglio che ogni generazione può offrire e esaltare con semplicità e gusto! Grazie ancora per questa magica serata ragazzi della “generazione Goldrake! Dario De Vecchis

Rileggendo di inizio Luglio nelle Langhe con il romanzo “Di Viole e Liquirizia” di Nico Orengo

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Un uomo e le sue miserie(molte) e le sue nobiltà(rare). Un uomo solo che con leggerezza affronta imprevisti, amori con la volontà di pensare che c’è qualcosa di buono anche nelle avversità. Un uomo che come lavoro ha scelto di fare il sommelier. Daniel è un sommilier francese anzi parigino,c’è un che di diversità, ma di origini italiane,amalgama buona, che arriva nelle nostre Langhe chiamato da due fratelli a svolgere alcune serate nel loro locale il Tastevin di Alba. Sembra un lavoro facile, l’esperienza nel campo dei vini è quasi perfetta ma purtroppo non lo sono quasi tutte le persone che incontra. Si troverà suo malgrado coinvolto in una vicenda scandita da amori, compreso il suo per Amalia, una attraente langarola. Daniel è il protagonista del romanzo di Nico Orengo “Di Viole e Liquirizia” che ha fatto centro con una storia dai mirabili intrecci per i personaggi che si affollano, per i colori e il profumo che si sprigiona dal racconto, per i ritratti di paesaggi che acquarellano e ombreggiano le vite dei personaggi. Un colpo di scena veramente impeccabile, da grande talento di Orengo, è la presenza da metà del libro di Eta Beta, uno scrittore freddoloso che ha perduto la sua donna e la ricorda sulle canzoni di Dean Martin , e riassume in sè i destini di tutti gli altri. Un romanzo vivo che si può gustare con la possibilità in più per chi come noi conosce i luoghi descritti di capirne affondo la passione e la bellezza. Dario De Vecchis

Nico Orengo, “Di Viole e Liquirizia”, Einaudi, pagg.155 15,50 euro