Archivio mensile:settembre 2014

Il racconto per la festa dei 20 anni del Parco Chico Mendes di Borgaro di Emanuele Serra musicato da Daniele Chiarella

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Domani domenica 21 settembre si svolgerà a Borgaro e in particolare al parco Chico Mendes tutto il giorno la festa dei 20 anni della struttura ambientale. Una bella iniziativa alla quale noi del Circolo Letture Corsare invitiamo tutte e tutti gli amici di Borgaro e non solo a partecipare. Abbiamo aderito alla festa con un preciso impegno letterario e ci siamo affidati all’amico e scrittore Emanuele Serra che ha scritto un racconto che domani pomeriggio alle 15,00 verrà letto e musicato da Daniele Chiarella, leader dei Fanali di Scorta, altro nostro grande amico, per l’apertura della festa di musica e danze che sarà il clou delle attività per la festa dei 20 anni del parco Chico Mendes . Noi vi vogliamo fare un regalo pubblicandolo per intero sul nostro sito. Un buon racconto che ci ridà a tutto tondo la figura di Mendes e ci conferma la vena letteraria di Emanuele. Buona lettura e buona partecipazione alla festa!

” Amelia ha il passo leggero.

Le sue gambe, sottili e apparentemente fragili, tagliano il sentiero senza un minimo di esitazione. Attorno a noi il bosco lentamente si ripiega tra alberi e folta vegetazione mentre la pendenza diventa crudele per il mio fiato che arranca e le ginocchia dolenti dal tempo.

Guardo Amelia e rivedo in lei il riflesso di uno specchio senza età, osservo in silenzio il suo profilo simile a quello di una delle bambole con cui si diletta nelle sue spensierate ore.

Mia nipote si ferma, sbuffa, raccoglie da dietro un cespuglio una vecchia lattina arrugginita e la butta in una busta di plastica che tengo stretta al polso.

« Se lo sapesse il guardiano della foresta» Dice.

Sorridiamo per poi riprendere il cammino.

A volte penso che con mia nipote sono riuscita a seminare più di quanto avessi fatto con mia figlia. Dalla passione per la montagna al rispetto quasi ossessivo per la natura e di tutte le sue leggi. Altre volte invece mi accorgo che ho sempre seminato alla stessa maniera, il raccolto è arrivato solo quando l’amarezza del ricordo e del tempo è riuscita finalmente a trasformarsi in passione, pulita come l’acqua della sorgente.

Il guardiano della foresta…

Ad Amelia nel dolce sussurro della sera, raccontavo le storie di questo uomo sospeso tra la realtà e le leggendarie gesta eroiche di cavalieri erranti. Lei lentamente si sopiva, liberando nella sua mente l’immagine del cavaliere di Xapuri, lo lasciava lì. Libero com’era sempre stato, a dare ai sogni dei bambini la giusta dose di ali e coraggio per imparare a volare e affrontare la notte in compagnia del buio e impavidi uomini neri.

Così il guardiano della foresta ha protetto i sogni di mia nipote e le ha insegnato ad osservare e imparare anche dal più piccolo degli esseri viventi.

Con mia figlia invece non è stato così.

Il ricordo era ancora fresco e la ferita troppo profonda per poter dare a Chico Mendes il titolo di cavaliere di Xapuri, guardiano della foresta.

Quando Chico fu assassinato mia figlia compiva quattro anni, ed erano passati poco più di undici mesi da quando lo avevo conosciuto.

In quel periodo mi trovavo, per questioni lavorative, per la prima volta negli Stati Uniti d’America.

Camminavo come una formica ubriaca nelle strade di Washington, l’America era un abito troppo scomodo per me, faticavo a dormire, mi mancava la mia famiglia, i miei spazi e persino il cielo di Torino.

Una sera scesi in strada, pioveva forte, rimasi a guardare la pioggia. La stessa cosa la faceva un signore pochi metri da me. Era Chico.

Non lo conoscevo, non sapevo nemmeno chi fosse Chico Mendes.

Mi salutò con un inglese macchiato. Ricambiai il saluto con un sorriso.

Ritornò a guardare la pioggia e si accese una sigaretta. Lo salutai in portoghese.

Sorrise, come se gli avessi raccontato una barzelletta. Aveva un sorriso pulito, la faccia paffuta, baffi folti e i tratti tipicamente sudamericani. Era più spaesato di me.

« Cosa ci fa una donna straniera, in una strada Americana a fissare la pioggia?» mi domandò.

« Non lo so neanch’io. E cosa ci trova un sudamericano di tanto interessante in questa pioggia? »

« Sono venuto a seminare» mi disse. Aveva lo sguardo perso oltre la pioggia. Non lo sapevo ancora, ma ci sono persone destinate a guardare oltre al primo orizzonte. Chico Mendes era una di quelle persone.

Mi offrì una sigaretta che rifiutai con cortesia, poi continuò:

«è sposata. Ha figli che l’aspettano a casa?»

«si. Una bimba»

«di quanti anni?»

«tre»

«pure mia figlia…. Mentre mio figlio ne ha appena uno. Mi mancano»

«L’ultimo imperatore. Sono qui per scrivere un’ articolo sull’uscita del film negli stati uniti D’ America» dissi.

Ci parlavamo senza mai distogliere lo sguardo dalla pioggia che, indifferente, continuava a picchiettare sul asfalto

« Domani devo parlare al Senato Americano » disse lui

Pensavo fosse una presa in giro. Spiazzata rimasi in silenzio.

« Conosce l’amazzonia? »

Annuivo senza parlare.

« conoscerà anche il brasile, Xapuri invece non l’avrà mai sentita nominare. Eppure esiste. Ma non si deve crucciare. Xapuri è un luogo remoto del mondo, siete in molti a non conoscerlo. Ma da domani sarete di meno, almeno mi auguro »

« Lei vive a Xapuri? »

« si »

« e parlerà di Xapuri al senato Americano? »

« L’ultimo imperatore non l’ho visto. Non posso raccontare di cose che i miei occhi non hanno conosciuto. »

Mi sorrise, aveva un sorriso buono, sentivo che non mi stava prendendo in giro e non mi sembrava di trovarmi di fronte ad un folle. Ero incuriosita.

« lei di cosa si occupa? » gli domandai

« Sono un seringueiro, un raccoglitore di caucciù. Da quando ho nove anni intaglio il legno per fare scivolare dalla corteccia della linfa. Le sembrerà assurdo che un uomo della foresta, che non è mai entrato in una scuola, domani vada a parlare di fronte al Senato Americano. »

Avevo freddo, entrammo a prenderci un caffè, lo pregai di continuare a raccontare.

Chico acconsentì.

Mi raccontava della foresta con la stessa accuratezza che si fa quando si parla della propria madre, e quando lo faceva sembrava che non ci fossero più confini a delimitare il suo territorio, del resto è l’uomo a tracciare i confini, gli alberi crescono liberi. Un giorno la foresta gli consegnò un uomo, un certo Euclideves Tavora. Era un fuggitivo. Si portava nella sua valigia vecchi giornali e grandi ideali.

« Imparai a leggere e a scrivere e involontariamente ad essere libero, ero pronto a pagarne il prezzo. Quando arrivarono i fazendeiros a violentare e depredare la nostra terra non potevo stare seduto ad osservare che tutto quello che avevamo venisse distrutto»

Ristagnavano nel soffitto piccole nuvole di fumo, Chico intervallava parole a sigarette mentre ogni secondo scivolava impassibile, non stavo più a domandarmi se quell’uomo avesse sul serio parlato all’indomani al congresso Americano.

Sapevo che sarebbe successo, mi accorgevo di trovarmi di fronte ad una di quelle persone che avrebbero cambiato il mondo. Mi raccontò degli empates, il loro modo di opporsi al disboscamento, mentre ne parlava l’immagine della foresta sempre più simile ad una madre continuava a rimbalzare nella mia mente. L’empatesera del resto un abbraccio, agli alberi, alla foresta. ci stavano donne, bambini, uomini, ad opporsi alle ruspe con un abbraccio.

« ma non sarà un abbraccio a salvare la foresta. Dobbiamo essere liberi. Abbiamo insegnato al nostro popolo a leggere e scrivere, non si può essere liberi se non sai quello che ci sta scritto nelle carte, nei contratti che ti fanno firmare. »

Chico socchiudeva gli occhi, quasi a trattenere qualcosa. Non erano lacrime, nemmeno rabbia. Probabilmente solo la vertigine. La vertigine di un uomo che si era arrampicato sulla cima di un albero troppo alto per continuare a stare in equilibrio.

Quando Amelia si toglie le scarpe comprendo che siamo quasi arrivati alla fine del sentiero.

Non mi accorgo della stanchezza che si accomoda tra le mie gambe. Le chiedo se ha sete.

Amelia ha una voglia sul collo del piede, dalla stravagante forma di un aquila in volo. Quando era piccola le dicevo che un tempo aveva le ali nei piedi.

Forse è per quel motivo che quando siamo vicini alla cima del monte si toglie le scarpe. Per volare occorre essere liberi da ogni tipo di prigione.

« Nonna. Perché il guardiano della foresta salì sull’albero?»

« Non ora Amelia. »

Il giorno successivo Chico Mendes parlò al senato Americano, lo fece con la stessa naturalezza con cui il giorno prima dialogava con me, probabilmente la stessa che aveva con i famigliari.

Chico per arrivare fino agli Stati Uniti oltrepassò ogni confine. Quelli della sua foresta, della sua nazione, ma anche i sottili confini che delimitano la lingua del suo popolo e della stessa foresta. Comprese che di fronte ad un interesse economico delirante e distruttivo doveva contrapporre un’alternativa, un interesse economico responsabile, in grado di preservare la vita stessa della foresta e di tutti i suoi abitanti. Constatò e calcolò che commerciare caucciù, piante medicinali e frutti della foresta era nel lungo periodo economicamente più conveniente rispetto ad inaridire il terreno con coltivazioni di soia o allevamenti di bestiame. Grazie a questa sua intuizione vennero riconosciute negli anni a seguire delle riserve estrattive all’interno della foresta amazzonica.

« Salì sull’albero più alto per urlare con tutta la sua forza.

La sua voce non aveva confini, perché era la voce di un uomo libero. La sentì tutto il mondo, urlò talmente forte che la terra sotto i suoi piedi tremò… »

Amelia guardava intorno la catena di monti che ci circondava, ad un orizzonte seguiva un altro orizzonte. Lei non lo sapeva, ma sarebbe sempre stato così. Intanto tra le labbra canticchiava mestamente la canzone per Chico Mendes il Guardiano della foresta” .

« I signori della morte hanno detto sì,

l’albero più bello è stato abbattuto.

I signori della morte non vogliono capire,

non si uccide la vita, la memoria resta:

così l’albero cadendo ha sparso i suoi semi

e in ogni angolo del mondo nasceranno foreste.


Testo trovato su http://www.testitradotti.it

Ma salvare le foreste vuol dire salvare l’uomo,

perché l’uomo non può vivere tra acciaio e cemento,

non ci sarà mai pace, mai il vero amore finché

l’uomo non imparerà a rispettare la vita.

Per questo l’albero abbattuto non è caduto invano,

cresceranno foreste e una nuova idea del uomo.

Ma lunga sarà la strada e tanti gli alberi abbattuti,

prima che l’idea trionfi senza che nessuno muoia,

forse un giorno uomo e foresta vivranno insieme,

speriamo che quel giorno ci siano ancora.

Se quel giorno arriverà ricordati di un amico,

morto per gli indios e la foresta ricordati di Chico

Se quel giorno arriverà ricordati di un amico,

morto per gli indios e la foresta ricordati di Chico»

(ricordati di Chico. Nomadi)

Bilancio di un anno ricco di iniziative che si è concluso con l’ultimo appuntamento di Stile Libero in festa il 19 settembre

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Siamo contenti noi del Circolo Letture Corsare per come sono andate le iniziative di questo settembre e per il bilancio delle nostre attività nell’anno 2013/2014 che si è appena concluso il quinto dal 2009. Otto presentazioni di libri da maggio a settembre per Stile Libero 2014 che porta la cifra a 67 incontri totali da quando questo convivio letterario è nato a Borgaro nella sola annata 2013/2014 ben 13. Stile Libero si è concluso con l’ultima presentazione di “Acque Rosse” di Gianpaolo Castellano organizzata nell’ambito della festa nei locali della Stazione delle Idee in via Diaz 15. Un bilancio positivo per una formula organizzativa che ogni anno si rinnova. Questa volta a rendere positiva la kermesse sono stati alcuni fattori determinanti: la buona presenza di partecipanti, l’organizzazione dell’apericena gestiti dall’associazione Progetto OASI e ovviamente gli scrittori presentati contornati dalle letture di brani dei loro libri da parte di Diego Garzino e Barbarakai Cisterna Mai . Lo si è subito notato con la serata di lunedì 15 quando nonostante il diluvio la sala si è riempita per assistere al primo evento che ha visto protagonisti Fabrizio Bragoni e Silvio Valpreda che hanno presentato con la raccolta di racconti gialli “Appuntamento con il Male” e la spumeggiante conduzione di Andrea Borla. Tanta attenzione e interesse che si è riconfermato nell’appuntamento di mercoledì 17 condotto da Alessandro Del Gaudio con il giovane scrittore fossanese Iacopo Barison e il suo secondo romanzo “Stalin+Bianca” rivelazione letteraria dell’anno. Infine come anticipato la presentazione venerdì 19 “Acque Rosse” dello scrittore casellese Gianpaolo Castellano coordinata da Dario De Vecchis. Vogliamo rimarcare altri due aspetti non marginali rispetto alla presenza del pubblico. Il primo la presenza di una buona rappresentanza di partecipanti romeni, complice la prima presentazione della kermesse organizzata in Cascina Nuova, la seconda quella di spettatori diversamente abili molto attenti e divertiti. Appuntamento al prossimo hanno e intanto il Circolo Letture Corsare sta già pensando alla prossima organizzazione di “Consiglio d’Autore 2014/2015.

Stile Libero 2014 17 settembre 3° appuntamento con Iacopo Barison e il libro “Stalin+Bianca”. Continuano gli apericene in via Diaz

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Tra gli appuntamenti di Stile Libero 2014 inserire la presentazione di mercoledì 17 settembre con il libro “Stalin + Bianca” di Iacopo Barison era una situazione quasi naturale. Conosciamo il giovane Barison fin dalla nascita del nostro convivio letterario e siamo contenti di poterlo riproporlo con questo libro che è diventato fin dalla sua uscita un vero e proprio caso letterario. La trama “Stalin è un ragazzino di periferia, sta per compiere diciotto anni. Ha capelli corti, baffi enormi che gli sono valsi il soprannome e gravi problemi nella gestione della rabbia. Il suo quartiere è “un’intera palette di grigio”, dove ogni cosa sembra ripetersi all’infinito, e lui trascorre le giornate con Jean, un vecchio depresso che lo sfrutta subdolamente, oppure con Bianca, una ragazza cieca verso cui nutre un amore platonico. Quando, in seguito a un litigio, Stalin malmena il suo patrigno, le circostanze lo spingono a scappare di casa, portando Bianca con sé: i due attraverseranno una nazione sull’orlo del baratro, costruita sulle macerie dell’immaginario contemporaneo, in un viaggio che sarà la loro occasione per diventare adulti”.

Tante le recensioni e tanti i giudizi positivi ricordiamo quello di Andrea Bressa su Panorama:”Il giovane Iacopo Barison, classe 1988, attraverso la sua narrazione disegna immagini e situazioni che sembrano apparire velocemente, come i pensieri. Usa molto i dialoghi, e lo fa in modo efficace, essendo capace con questi di portare avanti il racconto oltre che di contestualizzare la trama. Stalin, inoltre, è un personaggio riuscito e convicente. Ricorda un moderno Holden Caulfield, una figura in divenire, certamente complessa e per questo forse più intrigante, verso il quale è facile provare allo stesso tempo affetto e insofferenza”. Gianmaria Tammaro su Linkiesta :Lo stile di Iacopo Barison è semplice, per nulla macchinoso. Dice le cose come stanno. Nelle sue descrizioni è impossibile perdersi. In alcuni momenti, il tono del racconto diventa quasi musicale, anche se è di filosofia o di vecchio cinema che si sta parlando. La sua storia è una storia tutto sommato lineare. Un dialogo che diventa monologo, e un monologo che si fa confessione interiore”. Andrea Borla sul blog in primapersona Sul treno leggo “Stalin + Bianca” di Iacopo Barison. Una signora mi chiede cosa sia quel libro. “Stalin + Bianca di Iacopo Barison” rispondo. Espressione interrogativa della signora. “È un po’ pulp, un po’ Bukowsky, un po’…” Espressione ancor più interrogativa. “Non è Fabio Volo” Lei annuisce. Poi tira fuori un libro di Fabio Volo e comincia a leggerlo.

Per questo un invito a poter partecipare ad una serata coordinata da Alessandro Del Gaudio e che partirà alle ore 21,00. Prima ricordiamo l’apericena proposto dai nostri amici di Progetto Oasi che ha già colpito nel senso per il gusto nella serata del 15 nonostante la pioggia che non ha fermato la rassegna letteraria. Quindi un invito a tutte e tutti gli amanti della letteratura giovane a partecipare! (per il Circolo Letture Corsare Dario De vecchis)

Stile Libero 2014 12 settembre a Borgaro in Cascina Nuova con la poesia di Geo Vasile

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Venerdì 12 settembre alle ore 21:00 presso Cascina Nuova – via Italia 45 a Borgaro T.se

il Circolo Letture Corsare in collaborazione con l’Associazione Dacia e con il Patrocinio del Comune di Borgaro organizza una serata di incontro culturale tra Italia e Romania nell’ambito del progetto “Un ponte di libri” e primo appuntamento di Stile Libero in Festa 2014

La serata sarà dedicata alla poesia romena con il libro antologico di Geo Vasile “Sogno suono segno” edito da Il Foglio Letterario e presentato da Andrea Borla e Fabio Izzo.

L’Associazione Dacia presenterà balli tradizionali rumeni in costume.

Letture di Cinzia Modena.

In caso di pioggia la serata si terrà all’interno dela Cinema Italia sempre a Casciana Nuova.

Vi aspettano per una serata all’insegna della cultura e dell’integrazione!

Circolo Letture Corsare e Associazione Dacia

Stile Libero in Festa 2014 dal 15 al 19 settembre a Borgaro alla Stazione delle Idee in via Diaz . Libri ma anche ghiotti apericena!

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Si avvicina Stile Libero in Festa 2014! Quest’anno oltre ad un programma di presentazioni di libri di buon livello (come sempre) la novità ghiotta sono anche gli apericena che sono organizzati dai volontari di OASI. In altre iniziative abbiamo saggiato e assaggiato le loro proposte e quindi ne sottoliniamo la loro professionalità. Rimarchiamo anche che questo tipo di strutturazione delle presentazioni richiesta da alcuni di noi a più riprese con la logica non solo di proporre un libro da leggere e sul quale riflettere, dialogare ma anche di dare a chi viene un ambiente invitante, comodo e nel quale passare due/tre ore piacevoli si sta realizzando. Non è cosa da poco aver cominciato a cambiare l’aspetto della struttura della sede che ora ha anche una sua insegna accattivante “la Stazione delle Idee”. Questo risultato grazie a Sergio Cagnin e ai volontari e volontarie dell’associazione OASI, a Michelangelo Bertuglia per PMonlus. ora l’appello che vi facciamo è di contribuire invitando amici, amiche alle serate del 15,17 e 19 settembre in sede. L’apericena iniziano alle 19,30 e vanno avanti fino alle 21,00 inizio delle presentazioni ma c’è il modo di continuare anche oltre. I tavoli verranno allestiti nel cortile creando un ambiente “corsaro”. Il costo degli apericena è di 7 euro e variano per ogni serata l menù che come leggerete sono stuzzicanti. Non rimane che invitarvi a Borgaro a ” Stile libero in Festa” dal 15 al 19 settembre alla “Stazione delle Idee” in via Diaz 15 vicino alla stazione GTT . (per il Circolo Letture Corsare Dario De Vecchis)

: 15 settembre
Pasta fredda alle verdure
· Crocchette di patate
· Bruschette
· Verdure in agrodolce
· Affettati misti
· Formaggi con salse
17 settembre
· Insalata di riso
· Crocchette
· Salatini
· Verdure sott’ olio
· Affettati
· Formaggi con salse
19 settembre
· . Pasta fredda ai frutti di mare
· Crocchette
· Focacce alle olive a alla cipolla
· Verdure in salamoia
· Affettati misti
· Formaggi con salse

Vino acqua bibite aperitivi alcolici e non

PDF Definitiva bozza chico mendes ora al lavoro per una grande festa!!!

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Salve a tutti questi sono le bozze definitive da inviare in stampa per la Festa al Chico Mendes. Un bravo a Daniele Ceoloni per la pazienza che ha avuto nel gestire le nostre richieste. Ora queste immagini le potete scaricare e iniziare con i vostri mezzi la pubblicità dell’evento. Il mio contatto telefonico è 3333945071per qualunque problema o nitizia. Grazie e buona giornata Dario De Vecchis